Presidente Centro Studi MB2

Nel nome di una Tradizione

Paola Bergamo

L’EUROPA STRETTA TRA MULTILATERALISMO, MULTIPOLARISMO e IDEOLOGISMO

15 aprile 2023, Udine, stazione dei treni. Due ragazzi, poco più che diciassettenni, sono seduti accanto, stretti nei loro cappotti grigi. Si tengono per mano, reggendo entrambi, con l’altra mano, un libriccino. Sono assorti nella lettura, e sono così come li possiamo immaginare, avvolti dalla tenerezza di quel contatto e nell’afflato emotivo della conoscenza. Lui legge sul Libano, lei sembra invece interessata all’Iran, così almeno si evince dalle copertine e dai titoli dei piccoli libri. Di tanto in tanto distolgono lo sguardo dalla lettura. I loro occhi si incrociano, con la cadenza e la sospensione che solo l’innamoramento riserva ai suoi fortunati adepti. L’altoparlante avvisa i viaggiatori del ritardo di dieci minuti del treno per Venezia, ma un attimo dopo, al termine dell’annuncio, uno stridio sinistro di freni irrompe nello spazio della stazione. Dalla banchina, i passeggeri in attesa alzano lo sguardo. Passa lento uno strano convoglio. E’ un treno lunghissimo che trasporta una decina di carri armati. Nello sguardo delle persone è tangibile la tristezza per una guerra che continua a suscitare sconcerto, poi tutti, attratti dalla particolarità di quella processione, prendono il loro cellulare per filmare l’evento. Più tardi la televisione confermerà che si tratta di “semoventi di artiglieria, obici che si muovono su scafi cingolati” diretti in Ucraina. I famosi aiuti militari per la Pace. I carrarmati, anche all’occhio di un profano, non sembrano di nuova generazione e infatti, sempre dalla televisione, sulla scorta delle precisazioni di Luca Ciriani, Ministro dei rapporti con il Parlamento, si apprende che si tratta di materiale revisionato e ricollocato in servizio. I due ragazzi, nel tempo del lento sfilamento, si erano nel frattempo consolati in un abbraccio, abbandonando per qualche istante le loro letture. Di lì a poco, finalmente, arriva il nostro treno, torniamo alla normalità e prendiamo posto nel nostro vagone. C’è chi ricomincia a leggere, chi a parlare, noi invece prendiamo il nostro PC e iniziamo a scrivere le riflessioni del momento, una volta ancora sull’Europa, immaginandola in un moto di rinnovata speranza. È la seconda volta che il Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, non viene accolta con gli onori che di prassi si tributano a un vero leader. Se nell’aprile del 2021, in trasferta congiunta in Turchia con Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, Erdogan non offrì a Von der Leyen la poltrona dedicata con tutti gli onori invece a Charles Michel, forse chissà magari anche perché un uomo, non dissimilmente da quella occasione, qualche giorno fa, gli onori sono stati tributati, red carpet compreso, al Presidente di Francia Emanuel Macron, mentre a Von der Leyen è stato riservato un trattamento da comune viaggiatore in visita turistica in Cina.

È inimmaginabile che non vi siano protocolli definiti e tali da impedire il verificarsi di situazioni così imbarazzanti. Anche se questo mondo sembra girare svalvolando , in diplomazia la forma è anche sostanza e rivela molto della politica degli “Imperi” come Cina o la stessa Turchia al cospetto della Ue. Eppure la Ue, anche se evidentemente è un Istituzione particolare, evoluzione della Ceca, espressione di Maastricht e del recinto a maglie troppo larghe del Trattato di Lisbona, non è proprio una Istituzione marginale, visto che è una unione politica ed economica formata da 27 stati. Rappresenta un partenariato economico e politico unico nel suo genere, oltre che un mercato appetibile proprio per la Cina e per la sua “Via della Seta”.. La UE, in questo tempo di guerra in Europa, ha mostrato un volto benevolo, fatto di aiuti umanitari, ma ha anche ostentato espressioni aggressive, assecondando l’alleato, socio di maggioranza, in una posizione apparsa meramente esecutoria contro lo stesso sentire delle genti improvvisamente impoverite per sanzioni che intendendo colpire il nemico “necessario” della Nato hanno avuto poco effetto sull’invasore dell’’Ucraina, stufo di una lunga escalation di eventi e sgambetti reciproci culminando in faccende lastricate di morti da entrambe le parti per il mancato rispetto reciproco degli Accordi di Minsk. Violazioni e fatti che erano sotto gli occhi di noi tutti rimasti inermi fino all’ esplosione del 24 febbraio 2022 per terra e la successiva ritorsione per mare con il sabotaggio dei Gasdotti Nord Stream 1 e 2 . Macron, vista la sua formazione, è più uomo di conti, che di fucili e del resto la Francia, orgogliosa, è una potenza nucleare e nucleare è pure la sua energia. La “Grandeur”, anche se il suo Presidente volava in Cina, resta alle prese con violente proteste di piazza, una riedizione di quella dei Gilet Jaunes, questa volta per l’innalzamento dell’età pensionabile. La Francia, in fondo, è nel sangue rivoluzionaria, ma sembra che vi siano regie che si attivano all’interno dei Paesi dell’Unione, c’è chi ha Gilet e chi ha Sardine alla bisogna. E del resto la destabilizzazione, si dice, sia uno dei livelli su cui si giocano le guerre contemporanee. Lo sanno bene gli Arabi e le loro “Primavere”. La visita in Cina induce importanti riflessioni. La Ue è tutta concentrata a convincere e imporre ai suoi cittadini nuovi e costosi stili di vita nel nome dell’ideologia green. Si profilano come necessari esosi restauri immobiliari per popoli già provati e impoveriti da pandemia e guerra senza tener sufficientemente conto che ogni nazione ha le sue peculiarità e che il clima da Milano a Trapani, non è quello di Svezia o Norvegia. Si impone, nel giro di pochi anni, la sostituzione di interi parchi macchine e sistemi produttivi proiettando l’auto-motive verso l’elettrico. Chissà dove troveremo tutte le spine di corrente necessarie per ricaricare i nostri veicoli, ammesso ce li si possa permettere. Si invoca necessario il ricambio di un intero settore agro-alimentare culinario. Non più succulente chianine ma bistecche ricavate dalle staminali di laboratorio, pallide e poco invitanti cui si aggiungono farine proteiche di grilli coltivati in laboratorio e tritati per farne pane quotidiano. Persino il vino,

nettare divino, viene preso di mira. E pensare che era proprio la scienza ad esaltare la Cucina Mediterranea foriera di salute e longevità. Viene da chiedersi se i “reggenti” della Ue, abbiano scordato il sapore e il senso di un “Viaggio in Italia” . Fu il valore di questa esperienza a ispirare tanti artisti che né esaltarono la bellezza con le loro impareggiabili opere letterarie o musicali, dopo aver subito il fascino ineguagliabile di città, borghi e monumenti, sommato alla soddisfazione del palato per la superba cucina del Bel Paese. Non sarà invidia ma vien da chiedersi se non vi sia anche un po’ accidia nei promotori di questi ideologismi espressione di accorti business studiati a tavolino ma pure prova di un fastidio persino verso la nostra solarità e la stessa Mediterraneità, quasi che un pomodoro di laboratorio possa venir accettato da chi conosce il profumo di quello degli orti e del loro maturare al sole. Qualcosa sembra appunto non girare per il verso giusto ed è un cortocircuito che rischia di far implodere il castello di carta e di moneta. Il tifo contro l’Europa ha un che d’ autolesionista però, a fronte di tali esempi, sono molti i cittadini a non riconoscersi più, quasi quasi sghignazzando non poi tanto velatamente, agli sgarbi verso la Commissione Europea. Se quindi la Ue, appare non riverita come ci si aspetterebbe, la visita di Macron in Cina, si è rivelata, oltre agli onori, un vero successo come si apprende dal sito dell’Eliseo. La Francia ha confermato che esiste una sola Cina e al punto 4 della Dichiarazione Comune, sottoscritta dal Presidente Macron e dal Presidente Xi Jinping, si apprende che “La Francia e la Cina concordano di approfondire gli scambi su questioni energetiche e in particolare di approfondire il dialogo tra il Teatro meridionale dell’Esercito popolare di liberazione cinese e il Comando delle forze francesi nella zona Asia-Pacifico (ALPACI), con lo scopo di rafforzare la reciproca comprensione delle questioni di sicurezza regionale e internazionale.” E’ evidente che la Francia con le splendide isole della Polinesia e della Nuova Caledonia e Wallis-Futuna ha importanti interessi da tutelare in un’area, quella del Pacifico, considerata non a torto, possibile fonte di innesco di un detonatore che in Taiwan potrebbe trovare la sua più pericolosa deflagrazione. La Francia si porta a casa anche accordi di collaborazione per Air Bus,Alstom, Edf e Parigi apre pure al 5G cinese. Non mancano gli accenni alla cultura : la reggia di Versailles e il Museo del Palazzo di Pechino della Città Proibita, saranno al centro di una mostra sulle relazioni sino-francesi nel XVIII secolo. In questi stessi giorni, mentre Francia e Ue si sono recate in Cina la marina del dragone è impegnata in una importante esercitazione in un mare sempre meno pacifico, a dispetto del suo nome, esortando gli uomini a tenersi pronti perché potrebbe non sempre trattarsi di mera esercitazione. Schermaglie? Certo è che nello stesso quadrante ci sono navi americane e sono pronti a operare il Five Eyes e il Quad. Sono in arrivo navi anche dall’Italia. Si tratta della bella portaerei Cavour con relative unità di scorta e la Francesco Morosini che per 5 mesi navigherà in Estremo

Oriente solcando anche le acque del Mar Cinese. E tuttavia, nonostante le acque di quel mare possano da un momento all’altro diventar bollenti e che certe esercitazioni possano richiamare alla memoria quelle della Russia ai confini con l’Ucraina, tramutatesi nella “Operazione speciale “, ci si chiede se la Cina, abbia davvero interesse ad attaccare Formosa rivendicando ciò che tutti sanno e che cioè c’è una e una sola Cina. Ma, al di là delle schermaglie tra Imperi, la Cina la sua battaglia la sta comunque portando avanti, senza sparare un colpo di mitraglia ma per via diplomatico-economico-finanziaria e pure monetaria ed è quest’ultima a preoccupare maggiormente gli Usa. Questo fatto non è sfuggito a Macron peraltro occupato a cercar di ricomporre le sue rivoluzioni domestiche. Se quella dei Giletes Jaunes si era accesa mentre lui promuoveva la costituzione di un esercito europeo, dichiarava la Nato cerebralmente morta e appariva come il leader europeo di una Europa che si immaginava sovrana e indipendente, questa rivolta per la riforma delle pensioni si innesta in un momento in cui la Francia stringe accordi di cooperazione con la Cina nel nome della Multipolarità e Multilateralità, termini questi piuttosto indigesti per l’alleato d’oltre oceano. Si potrebbe anche suppore, forse più a titolo consolatorio, che la dove la Ue non può o per incapacità o per impossibilità, ancora possono gli stati nazionali con reciproci giochi di sponda che alla fine potrebbero rispondere ad una strategia di questa strana entità, appunto, la Ue. Siamo comunque davvero distanti da quanto propugnato dai Padri Fondatori e dai sognatori costretti dal precipitare degli eventi, ad un “bagno di realtà”. Per fermare questo infernale ingranaggio originato dalla capacità di permeazione di poteri finanziari, questi sì sovranazionali, una vera Europa Unita dovrebbe essere argine prezioso. Ma nulla all’orizzonte fa presuppore il raggiungimento di questo fine. Non era nelle premesse e non a caso rullano i cannoni , aleggia la danza della morte e l’odore acre della decomposizione.

Paola Bergamo e Antonio Bettelli

Venezia , 16 ottobre